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MOVIMENTO HANDICAP
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 comunicato del 15 luglio 2014

“AVVISI BONARI” E VESSAZIONI

L’INPS ha inviato in questi mesi migliaia di “avvisi bonari” ai datori di lavoro domestici, in gran parte persone con disabilità e familiari, chiedendo di versare i contributivi previdenziali ed assicurativi omessi, in tutto o in parte, dal 2009. Gli anni precedenti sono prescritti. Pensavamo che le tante proteste avrebbero determinato maggiore attenzione e un diverso comportamento dell’INPS, così non è stato, l’INPS prosegue imperterrito con l’invio di avvisi bonari e relative sanzioni.  

A ricevere tali avvisi sono però anche persone che hanno regolarmente versato i contributi e che si trovano ora nella condizione di dover fornire la prova documentale del versamento effettuato. Così comincia la corsa: al CAF, al patronato, al numero verde che non risponde e all’INPS provinciale che non fissa l’appuntamento perché travolto dalle richieste. Poi avanti con i fax, le mail e gli allegati: dichiarazione, note, carta d’identità, copia dei bollettini versati, notifiche, cessazione rapporti ed altro, in attesa di una risposta che non arriva. Allora si prova con le segnalazioni previste dal sistema informatico predisposto dall’INPS con l’estratto contributivo e si aspetta fiduciosi, nessuna risposta. Non resta che la resa al “nemico” visto che l’avviso bonario neppure permette di capire il tipo di contestazione e perché si deve pagare.

Non ne possiamo più.

Avete convocato per la verifica della condizione di invalidità persone con disabilità permanente dalla nascita, ora chiedete di esibire i versamenti già effettuati, che per fortuna molti di noi sono in grado di esibire. Perché li richiedete? Come mai L’INPS non è in possesso dei bollettini regolarmente versati? Qual’è il criterio utilizzato per la ricerca degli evasori contributivi?

“Ho assunto un assistente personale, l’ho inquadrato nel livello CS del CCNL dei lavoratori domestici, l’ho retribuito rispettando il contratto, ho versato i contributi previdenziali ed assicurativi corrispondenti alle ore lavorate nel trimestre, come da prospetti retributivi. Ma per l’INPS non va ancora bene, pretende il versamento di una settimana di contributi in più e relativa sanzione … perché “così prevede il meccanismo di calcolo”.

“L’errore è dell’INPS, dice Alessandro, ma sono io a dover dimostrare che ho versato i contributi, per fortuna ho conservato i bollettini.  Vorrei solo stare tranquillo, ma l’INPS mi complica l’esistenza”.

L’INPS provi a cercare i bollettini alle poste e si chieda perché non sono in suo possesso pur essendo stati pagati, verifichi con gli strumenti a disposizione che i contributi non siano stati versati e, solo dopo averlo accertato, invii l’avvisi bonario all’interessato, possibilmente chiaro e preciso. Oppure lasci perdere e garantisca comunque i contributi maturati ai lavoratori.

La smetta di inviare MAV cartacei, la finisca con il calcolo automatico delle settimane, con le aliquote dei contributi in base alla “retribuzione oraria effettiva” e al numero delle ore settimanali lavorate. La faccia finita con questa somma di fesserie che è anche una pura perdita di tempo e di denaro dei contribuenti.

Se l’INPS non si fida dei cittadini / datori di lavoro -  renda obbligatorio il ricorso all’intermediario per le assunzioni, variazioni, cessazioni e versamenti contributivi: avanti con i CAF,  patronati e commercialisti.  Se vuole complicarci la vita prosegua così, ne sentiamo il bisogno.

 

 

Movimento Handicap

15 luglio 2014