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Le famiglie vanno aiutate, quelle in cui ci sono persone disabili anche di più, ma a pensarci bene, forse … meglio che paghino!

La Conferenza dei sindaci dell’ULSS 9 ha proposto alla Regione di far “compartecipare” le famiglie delle persone disabili ai costi di gestione dei Centri Diurni. La spesa non è più sostenibile, dicono i Sindaci, e la Regione deve quindi permettere il ricorso alla compartecipazione. Visto che la legge 30/2009 (Fondo regionale per la non autosufficienza) lo impedisce, i sindaci chiedono alla Regione di togliere di mezzo tale “orpello”. E’ ciò che in vari modi sostengono gran parte dei Sindaci veneti e l’Assessore regionale ai servizi sociali, Remo Sernagiotto.

Niente di nuovo, si potrebbe dire, ma non è così. La recente presa di posizione dei Comuni e dell’ULSS 9 non deriva da particolari fattori ambientali ed è stata lungamente riflettuta; è l’annuncio di una svolta senza ritorno in materia di politica sociale. Basta con i tentennamenti.

Tre anni dopo il primo tentativo, la Conferenza dei sindaci dell’ULSS 9 ci riprova: vuole un prelievo forzoso dalle famiglie dei disabili che frequentano un centro diurno, e chiede l’ok alla Regione. Sembra più il tentativo di dare una lezione ai familiari, che un serio intervento programmatorio in materia di spesa sociale. Cosa c’è infatti di serio in una tale decisione, cosa c’è di finanziariamente credibile? 

C’è dell’altro. L’alleanza Gobbo / Sernagiotto è un esplicito tentativo di condizionare la politica sociale regionale. La Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 9 viene usata come cavallo di Troia contro il Consiglio regionale del Veneto - che il 13 dicembre scorso ha approvato all’unanimità un documento di ben altro spessore - e contro l’opposizione, invitata a condividere una simile scelta. L’approssimazione con cui viene affrontato il problema del reperimento delle risorse finanziarie necessarie al sociale accomuna il Sindaco di Treviso e l’Assessore regionale. La pretesa è la stessa: il figlio è vostro, pagate!

Questa è la sostanza delle cose. Per entrambi la “compartecipazione alla spesa “ è inevitabile”, le casse dei comuni - ribadiscono - sono vuote, e non c’è altro modo di affrontare il problema.

 Il primo tentativo di far concorrere le famiglie alla spesa per la gestione dei Centri diurni tramite l’istituzione di una retta di frequenza, com’è noto, è avvenuto in seguito ad una intesa con il Coordinamento Provinciale delle Associazioni Handicap (CPAH), poi tradotta dall’ULSS 9 in regolamento attuativo. Una scelta che ha causato la protesta di altre associazioni e il ricorso al TAR di numerose famiglie, sostenute dalla FISH del veneto (Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap). Il ricorso delle famiglie è stato accolto dal TAR, seppur parzialmente, e il provvedimento annullato.

Se nel 2009 la Conferenza dei sindaci poteva ritenere di avere l’appoggio delle associazioni, oggi sa bene che non è più così: sa che le associazioni radicate sul territorio sono contrarie, che le organizzazioni sindacali sono contrarie, che è contraria la FISH veneto e che sono contrarie le famiglie, stanche di subire vessazioni di ogni tipo. La Conferenza dei sindaci sa che ora la “bilancia” della magistratura amministrativa pende dalla parte dei familiari (le sentenze del Consiglio di Stato e del TAR veneto sono in proposito molto chiare).  Sa che la Regione ha istituito, con la legge 30/2009,  il “Fondo regionale per la non autosufficienza” che all’articolo 6, comma 3, punto 2 (quello che si vorrebbe sopprimere), testualmente recita: “non è prevista alcuna compartecipazione alla spesa per le prestazioni a carattere semiresidenziale erogate presso i centri diurni a favore dei soggetti disabili”.  E per finire sa che  il Consiglio regionale ha approvato una mozione che impegna la Regione “a prevedere azioni finanziarie tese a salvaguardare i servizi domiciliari diurni e residenziali”.

I comuni sanno tutto questo, ma agiscono come tre anni fa e, come allora, ripetono che per salvaguardare i servizi destinati alle persone con disabilità bisogna costringere i loro familiari a pagare una “tassa sull’handicap”. La chiameranno però con un altro nome. La fantasia è di sicuro un tratto distintivo degli amministratori trevigiani.

La Conferenza dei Sindaci poteva, come proposto da CGIL CISL UIL e dalla FISH, dar vita ad una nuova stagione collaborativa ed affrontare la questione delle risorse finanziarie con le parti sociali. Non l’ha fatto ed ha preferito nuovamente rincorrere la “compartecipazione” aggirando le sentenze dei giudici e chiedendo alla Regione di modificare la legge “30”, che non la permette.

La nostra contrarietà è nota. Ciò che più amareggia e ferisce è la testardaggine dei Sindaci; questo non voler capire che la soluzione alle difficoltà finanziarie dei Comuni non può passare attraverso l’imposizione di una tassa a carico delle famiglie, su cui già grava un onere pesantissimo, che suppliscono alle carenze dello Stato e degli stessi comuni.

I Centri diurni sono servizi essenziali e la loro frequenza deve essere garantita alle persone disabili che ne hanno necessità. Non ci devono essere liste d’attesa e, se ci sono, i Comuni e il servizio sanitario devono provvedere. Ecco perché bisogna potenziare il “Fondo per la non autosufficienza”.

La richiesta dei Sindaci alla Regione è un errore sotto ogni punto di vista. Anziché ricercare le soluzioni appropriate, e magari tagliare un po’ di sprechi, i Sindaci scelgono di  colpire le famiglie a basso reddito!!! Ecco come:

dovranno prima decidere quale cifra par pagare alle famiglie, poi definire una soglia (ISE) per l’esenzione dalla compartecipazione. Chi supererà la soglia dovrà pagare. La soglia di esenzione dovrà quindi essere molto bassa, diversamente la “compartecipazione” non avrebbe alcuna efficacia e i sindaci raccoglierebbero una manciata di euro.

Il risultato che Gobbo e Sernagiotto si propongono può essere raggiunto solo se vengono tassati i redditi bassi, quelli sotto la soglia della povertà, o quasi. E il “raccolto” finale sarebbe comunque ininfluente rispetto al costo di gestione dei servizi.

Questo è ciò che, più o meno consapevolmente, si apprestano a fare i sindaci del territorio dell’ULSS 9: tassare le famiglie a basso reddito! Che le famiglie paghino una retta di frequenza o il servizio di trasporto, poco cambia.

 E’ questa l“irragionevolezza”, già sanzionata dal il TAR. I Sindaci ovviamente respingono l’accusa, dicono anzi che intendono far pagare le famiglie “che possono permetterselo”, ma non la raccontano giusta. Non è così!

La verità è che si preparano a tassare chi lavora e convive con la disabilità. E’ perfino facile dimostrarlo e lo faremo pubblicamente e ricorrendo nuovamente ai giudici.

Se i comuni volessero veramente far pagare chi ha di più, lo potrebbero fare con le leve tributarie e fiscali a loro disposizione. Vi risulta che sia così?

Intendiamo chiarire questa semplicissima verità a tutte le famiglie delle persone disabili della provincia di Treviso, alle associazioni e agli stessi Sindaci che, male informati da Gobbo e dall’ULSS, si preparano ad una assurda guerra. Sappiano Gobbo e Sernagiotto, e sappiano i Sindaci, che siamo intenzionati ad affrontare “a lancia e spada il Barbarossa in campo”.

 Le difficoltà in cui versano i comuni sono note e stanno nella riduzione dei trasferimenti dello Stato, nell’azzeramento dei Fondi sociali nazionali, nel mancato potenziamento del Fondo indistinto regionale per le politiche sociali dei comuni e di quello regionale per la non autosufficienza.

E’ per questo che sosteniamo da tempo che serve una nuova solidale alleanza tra comuni, associazioni, cooperazione sociale e famiglie. Dobbiamo fare in modo che la Regione innovi le politiche sociali, adegui i finanziamenti e aiuti la cooperazione a svolgere il proprio ruolo di impresa sociale.

Cari Sindaci, abbiamo una comune battaglia da fare, non attardatevi su strade già percorse e fallimentari.

 

 

Mara Maccari - associazione “oltre l’indifferenza”

Vincenzo Barbarotto - associazione genitori de “la nostra famiglia”

Sabina Camatta - associazione ”abilmente insieme”

Antonio Menna - comitato genitori di Treviso

Nicola Serra - associazione familiari di Oderzo

Paolo Beraldo - associazione Movimento Handicap

Flavio Savoldi - Fish veneto

 

5 febbraio 2012 - Per informazioni: Savoldi 3496304936 – Maccari 3473415342


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